Quando il recensore è costretto a riconsiderare alcuni punti di vista su come fruire della riproduzione audio significa che è di fronte ad un oggetto realmente particolare. Domenico Pizzamglio sul n. 32 di Videohifi.com ci spiega quanto particolare.
Ecco alcune sue considerazioni:
"Se seguissi il solito schema delle mie recensioni, finirei con ripetere termini quali “naturale”, “conseguente”, “equilibrato”, “dinamico” ecc. Quel che appare evidente sin dal primo momento è che non ci si trova davanti ad un semplice diffusore di alto livello, anche costoso, ma soprattutto davanti a qualcosa che, messo in casa, obbliga a rivedere alcune posizioni.
Prima di tutto io avevo sempre sentito il suono degli altoparlanti ceramici come “leggero”, a volte impalpabile (...) con queste Amea di leggero ed etereo non c’è nulla. La pressoché totale mancanza di evidenti colorazioni (questa la sensazione che colpisce immediatamente), la notevole capacità dinamica sia macro che ancor più micro, la capacità, attraverso una ricostruzione dinamica attenta, di poter anche riproporre una immagine molto valida, sono caratteristiche evidenti.
Le Amea suonano con facilità, con una dinamica conseguente, senza apparenti sforzi. Veramente bella la voce umana, con una sensazione di corpo inaspettata da un sistema di dimensioni tutto sommato ridotte.
Le 6 Introduttioni Teatrali di Locatelli, su Fonè. La registrazione non è stata effettuata in un normale teatro, ma nel foyer di quel teatro, luogo ovviamente riverberante. I riverberi sono tutti percepibili, la sensazione di spazio è notevole, la qualità del timbro degli archi è alta ed anche nella gamma bassa vengono delineati dei violoncelli di grande qualità, con la leggera coda che quell’ambiente ingenera. I violini, anche se certo non suonano “chiusi”, non giungono mai alla fatica d’ascolto e la voglia di alzare il volume cresce sino a che le Amea avvertono con piccole compressioni e indurimenti che siamo arrivati verso il limite delle loro possibilità (molto alto, invero e difficilmente sopportabile per il vicinato).
Per valutare la profondità della scena ho utilizzato una registrazione effettuata dal vivo alla Fenice di Venezia, con due soli microfoni, nella quale è compreso, tra gli altri brani, il terzo movimento della Patetica di Tchaikoski: gli strumenti sono ben dislocati nei vari piani sonori, senza eccessi di sorta e con una sensazione di “giusto”, “corretto”; belli i fiati, di rara naturalezza nella registrazione e ben restituiti dalle Amea.
Non mi era quasi mai capitato di ascoltare da un mini/midi diffusore una così rara capacità di non creare nessuna benché minima forma di confusione, di compressione (...) il timbro degli strumenti pare realmente dipendere dalla qualità della registrazione e varia in modo molto evidente al variare del disco (...) è sicuro che in presenza di una registrazione valida, si continuerà ad aumentare il volume, mai sazi di un suono definito, mai neppure minimamente eufonico che porta a farsi circondare di musica, almeno sino a che non sopraggiungono i limiti di sopportazione – piuttosto elevati, invero - del mid-woofer.
Questo temo sarà lo scotto che pagheranno gli ascolti affrettati delle Amea.
Appariranno dei diffusori affascinanti, manco tanto grandi e con una risposta in frequenza che vira verso l’alto.
In realtà no (...) un ascolto prolungato in ambiente è necessario per capire cosa in realtà sappiano offrire.
Credo che chiunque cerchi un diffusore di queste dimensioni ed abbia un budget sufficiente (oltre ad un impianto acconcio; con quste Tidal non si può scherzare), possa senz’altro mettere in lista l’ascolto di queste Amea.
Se si è alla ricerca di un mini “top”, direi che la rosa dei papabili è da considerarsi ulteriormente accresciuta con l’aggiunta di queste Amea.
E’ molto probabile che, una volta che le Amea saranno giunte in casa, vi venga voglia di ripassarvi l’intera discoteca per vedere … “l’effetto che fa”.
Per L'intera recensione sul n.32 di Videohifi.com.
Tecnologia TIDAL - Diffusori da stand TIDAL Amea