Universal Media Transport di MSB su UltraAudio |
06/09/2011 |
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Il trasporto universale di MSB che sarà presentato al TopAudio 2011 è recensito in anteprima da UltraAudio. Di seguito alcuni richiami ad una recensione molto dettagliata:
Descrizione:
L’Universal Media Transport (UMT) di MSB ridefinisce la parola “Universale” includendo la riproduzione di brani musicali da computer così come dei formati più diffusi che troviamo sui dischi ottici: Blu-ray, DVD-Audio, SACD, HDCD e CD, HRx di Reference Recordings più un notevole numero di formati video.
E’ in grado di riprodurre files musicali in formato FLAC e WAV da pennette USB, drive esterni collegati in USB o eSATA o prelevati da una rete interna collegata con cablaggio ethernet o wireless.
Per cui quando MSB afferma che il loro UMT è “Universale”, vuol significare molte più cose dei già noti riproduttori universali.
La maggior parte della flessibilità dell’UMT deriva dall’elettronica su cui si basa, l’Oppo BDP-93 Pro. Per ottenere performance all’altezza del loro rinomato DAC IV, MSB elimina completamente il DAC e la sezione analogica interna del BDP-93 realizzando, per la parte audio, essenzalmente un trasporto che quindi richiederà un DAC esterno.
Il dato viene letto dal supporto, immagazzinato in memoria solida e reclockato per abbattere il jitter prima di essere inviato al DAC.
La parte video è rimasta quella del BDP-93 già di ottima qualità.
Se vi chiedete come sia possibile riprodurre un SACD attraverso un DAC standard ecco la risposta. Il flusso DSD viene convertito in segnale PCM in alta definizione e trasmesso al DAC attraverso l’uscita proprietaria MSB in modo da onorare gli accordi di licenza del formato SACD.
Suono:
La prima impressione è stata di come con l’UMT il basso risulti profondo e ben definito. C’è un forte e potente realismo nella batteria, un’ottima definizione del timbro e più che con altre sorgenti, una buona definizione del basso che rivela come questo ben si integri con il resto della trama musicale. La melodia fluisce in modo energico e gli strumenti a percussione mantengono una buona definizione complessiva. Talvolta, attraverso sorgenti differenti, corrono insieme in una cacofonia di fondo, mentre l’UMT li mantiene distinti.
La musica fluisce con grande energia e dinamica entrambe potenti e precise ed il suono possiede spazio senza essere vuoto. La chitarra di Liebert suona in modo dettagliato ma senza scricchiolii o tonfi come talvolta potete ascoltare quando la ripresa è effettuata molto vicino al microfono.
Conclusioni:
l’UMT di MSB Technology non è a buon mercato e non è nemmeno una Rolls Royce. Però non si tratta di un semplice CD palyer ma dell’oggetto più vicino ad un riproduttore universale che io abbia mai incontrato.
La sua capacità di riprodurre files audio ne fa un music server con il quale potete entrare nel mondo dell’audio computer-based in qualsiasi momento lo vogliate ed in modo semplice ed immediato.
Ogni DAC oggi in commercio, incluso l’MSB DAC IV, vi permette di collegare in ingresso ogni tipo di flusso digitale, ma l’UMT possiede internamente un riproduttore di file audio che vi permette di trattare file audio prelevati da dischi esterni direttamente collegati o presenti su reti domestiche. E non li riproduce soltanto, ma lo fa in modo superbo.
Tutto nell’UMT richiama al concetto di qualità e attenzione ai particolari e considerando la quantità di funzioni che mette a disposizione è anche piuttosto semplice da utilizzare.
L’UMT di MSB è un serio attacco allo stato dell’arte del trasporto in ambito audio.
Approfondimenti UMT - Intera recensione (inglese)
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Preamplificatore VAC su Audiophile Sound |
01/09/2011 |
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Il Renaissance MKIII, valvolare con alimentazione separata, viene provato da Luca Buti per Audiophile Sound.
Di seguito alcune osservazioni:
"Ho sempre collocato VAC tra i più importanti costruttori nordamericani di Hi-Fi della generazione di mezzo, quei costruttori nati dopo l'Eldorado di Mark Levinson e Audio Research dell'era classica."
"Esteticamente il Renaissance MKIII non passa inosservato. (...) se i moderni Mark Levinson hanno qualcosa alla Haudrey Hepburn e gli Audio Research incarnano il look di Liz Taylor, questo VAC somiglia proprio a Merylin!"
"Il contrabbasso di Steve Gilmore irradia per come qualche antico liutaio, un giorno, decise di far suonare questo strumento. Ed è una caratteristica che di solito è dibattuta quando si ha a che fare con prove di finali o integrati. E’ un po’ una sorpresa che ciò sia prerogativa di un preamplificatore. Il discorso è che questo VAC Renaissance MKIII fa propria quella capacità di irradiare quelle basse, subdole frequenze che scivolano sul pavimento e che risalgono su, su per tutto il corpo, in attesa della successiva onda vibratoria..."
"Una classe a sè è il soundstage nella sua dimensione macroscopica. Oltre alla disposizione relativa tra i musicisti, la volumetria del luogo della registrazione è incredibilmente marcata.
C’è molto spazio intorno all’unità-band, compreso quello spazio, spesso dimenticato, davanti ai musicisti. Il bello è che questo è spazio che suona, che risuona. Non uno spazio nero e artificiale, ma metri cubi vivi, pieni di aria tutt’altro che ininfluente dal punto di vista acustico."
Approfondimenti VAC - Intera recensione
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TIDAL Piano Cera su UltraAudio |
21/08/2011 |
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Il senso di questo articolo è piuttosto semplice: sulla carta le specifiche, la configurazione dei drivers, la grandezza dei cabinet sono comparabili, ma il costo dei diffusori TIDAL è, in alcuni casi, anche cinque volte superiore al costo dei diffusori B&W. La domanda allora è: perché?
Ho chiesto a Janczak (patron TIDAL) una coppia di Piano Cera perché pensavo che potessero offrire il miglior valore all’interno della gamma TIDAL. Il loro costo è di poco inferiore al doppio rispetto al costo delle B&W 803 Diamond con le quali le confronterò ed inoltre il range di prezzo occupa un settore molto popolato e combattuto nel panorama hiend.
Dall’esterno, valutando cabinet e drivers, non paiono molto diverse da quanto offra il resto del mercato. Se ci limitiamo però ad esaminare questi due aspetti e non scendiamo in profondità nella filosofia TIDAL per capire cosa ha permesso a questi diffusori di guadagnare questa grande popolarità in pochi anni, rischiamo di non comprendere che cosa hanno di veramente speciale.
Per prima cosa occore dire che non sono diffusori magici o creati da intrugli segreti o da voci di maestri: sono semplicemente diffusori brillantemente progettati.
Descrizione
La prima cosa che noterete è che che il cabinet in MDF ha un peso molto alto rapportato alle dimensioni. Le pareti sono larghe quasi 4cm e saldamente unite con sistemi maschio-femmina che garantiscono compattezza. L’interno del cabinet è rinforzato in un modo che richiama ironicamente il sistema B&W Matrix. Dai disegni CAD si può rilevare che all’interno lo spazio è per la maggior parte occupato. Se si aggiunge che lungo le pareti interne è presente parecchio materiale smorzante, possiamo concludere che si tratta di un cabinet sordo ed inerte.
I drivers Accuton sono prodotti su specifica per TIDAL. Rispetto alla versione standard questi drivers possono produrre una escursione maggiore rimanendo estremamente lineari. Il tweeter ceramico da 3cm è ricoperto da grafite.
Le Piano Cera possiedono 3 drivers per un progetto a 2,5 vie con caricamento a bass reflex. Possono essere facilmete configurate dall’utente come: 2 vie puro (per piccoli ambienti) dove il secondo woofer da 17 è completamete scollegato; 2,5 vie (per ambienti medio-grandi) dove il secondo woofer opera in modo lineare dedicato alle basse frequenze; 2,5 vie con un rinforzo in gamma bassa tra i 25 ed i 35Hz (per ambienti grandi).
Il crossover è realizzato con componentistica del più alto livello da Mundorf e Dueland in modo da ottenere una risposta assolutamente piatta su tutto lo spettro.
I progettisti TIDAL ritengono particolarmente importante per un diffusore la sua risposta all’impulso. Dalla sua misurazione si comprende il comportamento dei drivers nel dominio del tempo.
In sostanza il diffusore è alimentato da un picco di voltaggio e ciò che ne esce è catturato da un microfono. L’uscita di ogni driver è tracciata da un diagramma che riporta sull’asse x la dimensione tempo in millisecondi.
Si può innanzittutto rilevare che in un progetto time-coincident il grafico riporta un unico picco di forma triangolare, il che signfica che tutte e tre le uscite dei drivers sono arrivate al microfono nel medesimo istante. Se così non fosse il diagramma avrebbe mostrato 2 o più picchi distinti.
Tipicamente vengono utilizzati crossover del primo ordine (bassa pendenza) per realizzare progetti time-coincident poiché hanno minimi spostamenti di fase nei dintorni della regione di sovrapposizione, ma di contro hanno una ampia zona di sovrapposizione tra i drivers con conseguente alta distorsione.
Crossover di ordine superiore (alta pendenza) al contrario hanno piccole zone di sovrapposizione ma grandi spostamenti di fase. TIDAL utilizza invece crossover di alto ordine per realizzare diffusori time-coincident.
Sono gli unici diffusori al mondo? Non posso dirlo sebbene possa dire che le Piano Cera siano i primi diffusori che io abbia incontrato che perseguano questa filosofia progettuale.
Alcune note: la laccatura Piano Black del mio paio è la più raffinata che abbia mai visto su un diffusore: nessuna onda, increspatura, buccia d’arancia o opacità. Solo bellezza.
L’attenzione al dettaglio nella costruzione, finitura e imballaggio è quanto si spera di avere per un diffusore di questo prezzo. Ogni TIDAL è spedita in un fight case e 4 piedini sono incusi per ogni diffusore. I diffusori sono mono wiring e la loro morsettiera è di eccellente qualità costruttiva.
Il suono
Appena entrati in sala d’ascolto la prima sensazione è stata di grande sorpresa. Mi ricordo di essermi preoccupato circa la possibilità che piccole 2,5 vie fossero in grado di muovere abbastanza aria in gamma mediobassa e bassa da poter riprodurre al meglio la musica che preferisco (per questo i miei diffusori sono grandi sistemi da pavimento).
Per questo sono sorpreso. Le Piano Cera riproducono peso ed energia soddisfacenti dai 100 fino ai 30Hz. E’ presente un leggero riverbero pur rimanendo relativamente fermo e viscerale quando la musica lo richiede.
Alzando il volume fino a portare la presione ai 93db, il suono rimane composto e chiaro senza udibili compressioni o distorsioni. Il mediobasso è solido e veloce.
Hanno delle alte stupende ed ariose. I transienti sono veloci, persino esplosivi quando gli è richiesto, con un bordo sapientemente tagliente che rende eccitante il suono della chitarra.
Sebbene appaiano levigate e lucide, possono essere delicate e morbide quando la musica lo richiede.
Confronto con B&W 803D
Prima di tutto, anche se può sembrare un controsenso, le Piano Cera hanno un basso migliore: più profondo di almeno 5Hz mantenendo un migliore contatto sulle note. Il basso appare anche maggiormente articolato. In altre parole le TIDAL offrono un realismo superiore nella mia stanza d’ascolto.
Gli alti sono una sorpresa. Sebbene sappia che il tweeter in diamante delle 803D abbia estensioni superiori rispetto al ceramico TIDAL, tutto ciò non racconta l’intera storia.
Le Piano Cera sembrano rilasciare con più agio e presenza la gamma alta sebbene non si percepiscano alcuni piccoli dettagli (es il decadimento dei cembali) che si possono sentire con il tweeter migliore.
Infine le Piano Cera suonano in modo più vivo, più trasparente alla sorgente e soprattutto più coinvolgente: ho potuto leggere più in profondità le registrazioni su tutto lo spettro udibile.
In definitiva sono un diffusore migliore.
Conclusioni
Le TIDAL Piano Cera sono un diffusore splendidamente suonante. I suoi transienti sono veloci e suonano con più peso e profondità di quanto avreste mai potuto sospettare da un sistema simile.
In effetti guardandole, dal vivo o su carta, nulla vi darà indizi circa le prestazioni in agguato sotto il loro aspetto semplice ed elegante.
C’è una tonnellata di intelligente ingegneria al loro interno che si traduce in risultati udbili.
Approfondimenti Piano Cera - Tecnologia - Intera recensione (inglese)
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Shakti "The Stone" su Positive feedback |
16/07/2011 |
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L'accessorio Shakti per attenuare i disturbi provocati dalle interferenze elettromagnatiche (EMI) è stato recensito anche da Positive feedback:
"Utilizzo già diversi Shakti Stones sul mio finale, il pre ed il lettore Cd ed uso gli Shakti On-lines sui cavi di segnale, alimentazione e potenza. Parlando con Ben Piazza (il progettista) mi dice di utilizzarne altri sulle prese a muro e sui condizionatori o filtri di corrente e mi manda un paio di Stones in prova."
"Per prima cosa li provo tra le due linee dedicate di corrente che alimentano il mio impianto, posizionandoli in prossimità degli interruttori. Il miglioramento è immediato e sostanziale in micro e macrodinamica. Il rumore di fondo è significativamente ridotto e l’intelleggibilità è aumentata soprattutto sulle voci multiple. La musica ha anche una migliore solidità con un basso più fondo e definito e un alto più arioso.
Invito due amici audiofili ad una sessione di prova a cui partecipano anche due persone poco esperte. Dopo alcune prove comparative tutti si rendono conto delle differenze e perfino i neofiti notano i miglioramenti."
"Incoraggiato da questi risultati ho deciso di provarli in un altro paio di posizioni. Li ho sistemati uno in prossimità della presa di corrente con cui alimento il mio finale e l’altro sul condizionatore di corrente, trovando dei miglioramenti anche superiori alla precedente collocazione. Ancora meglio quando li ho piazzati entrambi in prossimità delle prese di alimentazione rispetivamente del pre e del finale. Probabilmente avrei avuto miglioramenti ancora superiori se ne avessi avuti contemporaneamente su condizionatore, prese ed interruttori ma ero rimasto senza Stones e dovevo trovargli alla fine un posto."
"Sono impressionato da come ogni inserimento comporti un miglioramento ben definito del suono. Ogni volta che ho aggiunto uno Stone il suono mi è arrivato da un sottofondo sempre più quieto. Le alte frequenze sono diventate più definite e dettagliate ed il sound stage più profondo. Il basso più potente e definito.
Ogni strumento suona in modo più realistico così come le voci. La musica acquista nuance e l’immagine definizione e tridimensionalità.
Semplicemente si sperimenta maggior feeling con la musica.
Ben Piazza mi disse che alcuni audiofili hanno più di 100 Stones sparsi per casa. Penso che questa sia una follia ma posso immaginare che ad ogni aggiunta corrisponda un passo avanti del suono."
"Per dare un’idea di quale sia il grado di miglioramento posso dire che è come passare da un pre da 3mila ad uno di 8-10mila dollari o da un lettore da 1000 ad uno di 3mila.
Penso che maggiore sia la raffinatezza del vostro sistema e maggiore sarà la soddisfazione che vi daranno questi Stones."
Approfondimenti tecnologia Shakti - Intera recensione (inglese)
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USB Power DAC (entry level di MSB) recensito da NextHardware |
07/07/2011 |
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Il convertitore D/A di ingresso della casa americana analizzato nei dettagli da NextHardware. Di seguito alcuni passaggi:
"L'USB Power DAC utilizza due convertitori discreti di 2° generazione Sign Magnitude R2R ladder, può funzionare a batteria per 10 ore e, oltre agli ingressi standard, possiede un ingresso USB2 per un collegamento asincrono con il computer fino a 192kHz.
In un mercato compresso e massificato dall'uso continuo di dac chip delta-sigma (single bit), l'utilizzo da parte di MSB dei dac ladder costituisce una delle poche voci fuori dal coro, al contempo profonda e concreta."
"Nonostante sia il prodotto di base tra i convertitori MSB, l'USB Power DAC non smentisce le proprie radici hi-end.
L'essenziale di quest'apparecchio è l'elaborazione, la "perfezione", l'equilibrio delle parti e la maestria artigianale.
L'USB Power DAC, infatti, unisce fluidità, velocità e senso di naturalezza.
È un convertitore che nel complesso piace, con molti pregi e pochissimi difetti."
"L'aspetto dove più ci ha impressionato positivamente è stato il palcoscenico che, durante la riproduzione di esecuzioni complesse e di livello sinfonico, è risultato sempre molto ampio, profondo, intelligibile e dal facile sbroglio della matassa."
"Quella ricerca dell'equilibrio di cui parlavamo in precedenza, si esprime attraverso un suono robusto, pulsante e con buona energia, ma senza strafare con esagerazioni e/o colorazioni.
Ad esempio, nel Secondo Quartetto di Bartók i ritmi propulsivi e martellanti del secondo movimento ben si contrappongono alle armonie aspre e alle disperate accellerazioni del terzo movimento."
"Da non confondere con un suono chiaro, l'USB Power DAC è un convertitore sostanzialmente trasparente, che riproduce il segnale senza alcuna interposizione di velatura, risulta tonalmente corretto, senza particolari enfatizzazioni, è autoritario e soprattutto godibile anche con ascolti prolungati."
"L'ascolto ha confermato la correttezza della sfida lanciata inizialmente dal ladder DAC.
Sicuramente questo genere di convertitore possiede una qualità sonora ben al di sopra della media dei progetti basati su chip convenzionali sigma-delta."
Approfondimenti su USB Power DAC - Intera recensione
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DAC IV Diamond di MSB sul francese Ecoutez Voir |
18/06/2011 |
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Il convertitore D/A top di gamma di MSB ritratto dai francesi di Ecutez Voir.
“E’ doveroso vedere il DAC IV Diamond come una supercar, il risultato di un approccio tecnico che, in un dato momento, non ha altra giustificazione che le prestazioni assolute . Nel 2002 nasceva la Ferrari Enzo, un mostro da 600.000 Euro che sul circuito di Fiorano ridicolizzò tutti i record della precedente produzione Ferrari. La Ferrari 458 Italia costava un tezo della Ferrari Enzo e si avvicinava molto alle sue prestazioni pur avendo 90CV in meno. A questo punto bisognava rammaricarsi di aver progettato una Ferrari Enzo?
E’ una domanda che sicuramente non si sono posti i felici proprietari di questa gloriosa automobile.”
“I moduli di conversione DAC Diamond utilizzano resistenze di altissima precisione e completamente insensibili alla microfonicità (vibrazioni), realizzate su specifica e di derivazione aerospaziale. Giunti a questo livello di performances il rumore residuo di questo DAC è essenzialmente di natura magnetica piuttosto che elettrica, il che porta alla necessità di utilizzare una schermatura molto particolare realizzata mediante una lega di nikel in grado di limitare 100 volte meglio il campo magnetico rispetto all’acciaio.
I moduli stessi sono fabbricati con questo materiale, che ritroviamo anche nell’alimentazione, sul generatore di clock ed intorno al controllo di volume.
Questa schermatura è realizzata a mano e implementata tenendo sotto misura l’apprecchio in modo da procedere ad una ottimizzazione ad hoc per ciascun DAC Diamond. E’ una operazione che permette di ridurre il rumore di fondo di 10-15dB!”
“All’ascolto vi è una totale assenza di caratteristiche digitali che fa pensare immediatamente ad un master analogico. Un vinile ma con ancora più precisione. Le capacità dinamiche sono talmente impressionanti che si può parlare di assenza di limite.
Sia trattando piccoli segnali dove grande importanza riveste la microdinamica, sia incontrando le notevoli escursioni di un’opera lirica, l’MSB offre la musica con sensazioni di confort e ariosità straordinarie. Non si tratta di esaltare un dettaglio estraendolo dal suo contesto ma al contrario di nutrire la restituzione, di arricchirla per avvicinarla ad un ascolto naturale. Il risultato da questo punto di vista e da tanti altri è semplicemente entusiasmante e unico!"
"Mi è bastato ascoltare “Dear Darkness” di P.J Harvey per dimenticare completamente ogni accenno di riproduzione meccanica o di trasformazione elettrica per abbandonarmi alla malinconia buia e paradossalmente così luminosa di questo piccolo gioiello musicale. L’MSB va nettamente più lontano sotto qualsiasi angolazione lo si voglia osservare, rispetto a ciò che finora ho potuto ascoltare.
La voce di P.J. arriva con una intellegibilità perfetta, staccandosi completamente dal resto, senza per questo apparire mai al di fuori dal contesto. La lieve durezza sulle “t”, che a volte si percepisce, è ben presente, ma non ci si fa pena di sapere se è generata dalla macchina o è presente dalla registrazione: è una realtà.
Il piano, al limite della correttezza, rivela proprio il leggero spostamento della fondamentale ed il colore delle armoniche secondarie con una sensazione di naturalezza diffusa. C’è anche quella tastiera, là, proprio sullo sfondo, che non avevo semplicemente mai notato..."
"La lista di dischi che ho ascoltato con grande piacere si allunga ben oltre i soliti riferimenti che utilizzo per testare le sorgenti. Se si passano due mesi con un apparecchio simile, pur dovendone ascoltare altri per mestiere, si viene naturalmente catapultati nel suo universo musicale e se ne traggono i benefici, proprio come farebbe il suo legittimo proprietario."
Approfondimenti DAC IV - Intera recensione (francese)
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Genesis 5.3 su Inner Ear |
04/06/2011 |
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Il magazine americano Inner Ear ci parla di questo bellissimo diffusore.
"Uno dei più significativi punti a favore delle Genesis 5.3 è l’ampia capacità dinamica e la loro abilità nel gestire i passaggi musicali dai più tenui ai più aggressivi, apparentemente senza sforzo permettendo una fruizione del messaggio del tutto naturale.
Il basso non solo raggiunge la ragguardevole regione dei 25Hz ma lo fà con risoluzione, corpo e pienezza armonica, senza un accenno di colorazione."
"Posseggo eccellenti registrazioni di jazz, blues e musica classica e, sebbene conosca ogni nota di questa musica, le Genesis hanno evidenziato diverse nuove dimensioni. Le registrazioni di barocco e di quartetti d’archi hanno chiaramente evidenziato come le G5.3 abbiano grandi capacità di riproduzione delle caratteristiche timbriche tanto da darmi la possibilità di distinguere chiaramente il suono di un violino Amati da uno Stradivari, ad esempio.
I pieni orchestrali presentano diverse sfide per le G5.3 ma il materiale è gestito con paritcolare facilità ed è difficile rendersi conto di non essere in una sala da concerto."
"Le registrazioni di jazz (trio, quartetto e banda) mi sono arrivate in modo semplicemnte realistico. Ho apprezzato in particolar modo le registrazioni di organo B3 che mi hanno rivelato le diverse sfumature tonali che lo strumento e l’artista riescono a creare."
Approfondimenti Genesis 5.3 - Intera recensione (inglese)
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VAC Statement 450S |
27/05/2011 |
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VAC ha rilasciato in produzione l’amplificatore finale stereo Statement 450S.
Si tratta di una elettronica “no compromise” realizzata senza alcuna considerazione su costi, dimensioni e virtuosismi progettuali.
Rappresenta quanto di meglio questa blasonata realtà sia in grado di produrre.
I dati di targa riportano una potenza di 225W RMS con chassis a 2 telai (dual mono con alimentazione separata) in configurazione completamente bilanciata. Utilizzano 8x KT88 (taratura manuale del bias) e 6x 6SN7 con peso di 51Kg per l’elettronica di potenza e 32Kg per l’alimentazione.
Il livello qualitativo che raggiunge questa elettronica è stupefacente.
Deriva direttamente dal modello Statement 450 mono nato un anno prima e ne richiama gli sforzi progettuali. Da notare come VAC, avendo come obiettivo un oggetto no compromise, realizzi in primis il modello mono e ne deriva in seguito il modello stereo e non viceversa come spesso accade. Il 450S ha caratteristiche progettuali e realizzative differenti che hanno costretto il progettista ad un intervento di sostanza per la realizzazione di una elettronica differente.
Come per il modello mono si è lavorato innanzitutto per ottenere una maggiore precisione del controllo del circuito driver e di uscita con particolare attenzione alla ricerca di soluzioni che incrementassero la linearità (circuiti VLID Very Low Impedance Driver), nonché al controllo delle risonanze dello chassis.
Il cablaggio “in aria” garantisce inoltre al progettista una completa libertà di realizzazione e di selezione della componentistica (marchi, tipologia di conduttore e isolante, grandezza e geometria). Grande importanza ha avuto lo studio dell’orientamento dei vari componenti e del loro posizionamento nello spazio all’interno dello chassis, che ha richiesto un’amplia varietà di simulazioni e test di soluzioni che diminiussero l’interazione elettrica tra la componentistica e lo chassis stesso, per ottenere un incremento di purezza e risoluzione.
Gli interventi progettuali sulla minimizzazione delle criticità e sulla massimizzazione dei benefici si sono estesi ai più piccoli dettagli, dal singolo componente al singolo collegamento, alla sua conseguente interazione con il sistema.
Tecniche di modularizzazione dei circuiti (ad esempio il MOTA Modular Output Tube Assembly) permettono al singolo stadio di essere controllato ed ottimizzato indipendentemente anche dal punto di vista delle sue interazioni con l’energia meccanica in ingresso nello chassis.
La separazione dell’alimentazione minimizza l’impatto delle vibrazioni esterne anche grazie alla ricerca del punto ottimale di accoppiamento tra i telai realizzata attravenso un treppiede con interfaccia sferica in acciaio e piedini disaccoppianti dal suolo.
Approfondimenti
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MSB Platinum DAC IV secondo il francese Ecoutez Voir |
02/05/2011 |
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Il convertitore D/A di riferimento di MSB Technology è stato provato dai francesi di Ecoutez Voir che sottolineano le sue qualità ed aggiungono un autorevole punto di vista:
"L’avrete capito se avete avuto la pazienza di leggere la lunga digressione tecnico-descrittiva che precede: il DAC IV non è un apparecchio come gli altri. La sua concezione sofisticata, il suo filtro digitale ed i suoi moduli di conversione proprietari giustificano senza dubbio il prezzo di vendita, ma solo l’ascolto può realmente testimoniare la pertinenza delle scelte effetuate in fase di progettaizone e realizzazione."
"La prima cosa che colpisce del DAC IV è lo spazio sonoro “supplementare” che è in grado di donare alla restituzione del messaggio. Si ha semplicemente l’impressione di essere più vicini alla musica ed a chi la esegue. Tanto più che l’MSB dimostra una precisione ed una dinamica incredibili."
"I miei ascolti sono stati realizzati con l’apporto permanente, per non dire indispensabile, dell’Upsampler che permette di di sfruttare la quintessenza del filtro digitale 32x e la risoluzione dei convertitori. All’ascolto, l’introduzione dell’Upsampler si comporta come una bacchetta magica: la scena sonora guadagna in precisione ed ampiezza, ma soprattutto permette di accedere ad una naturalezza e fluidità ancora superiori."
"Ci sono talmente tante armoniche attorno al piano che appare semplicemente più vero che nella maggior parte dei casi. Una sensazione di spessore e profondità supplementari e sempre questa qualità del timbro della voce... "
"L’energia di cui carica la musica si esprime sempre nel rispetto della modulazione al servizio di una miglior fruizione della performance artistica e dell’emozione che questa veicola.
E’ stato un sensazionale cammino vivere con questo apparecchio! La sua fluidità, molto prossima a quella di un vinile, potrà deconcentrare taluni, più abituati alla precisione un po’ fredda delle sorgenti che prediligono l’analisi alla musicalità. Ma è necessario avere avuto la fortuna di viverci per rendersi conto dell’infernale precisione di questa macchina sui piccoli segnali! Della sua capacità di restituire una scena sonora in tre dimensioni che vi trasporta da un ambiente ad un altro senza mai allontanarsi da un’omogeneità ed una banda passante notevoli in ogni circostanza.
Se si considera che che l’MSB Platinum DAC IV può evolvere nel tempo non trovo niente che gli si possa rimproverare anzi, le sue qualità lo rendono un vero e proprio riferimento quando si è alla ricerca di un convertitore D/A di alta gamma."
Approfondimenti sul Platinum DAC IV - Intera recensione (francese)
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MSB DAC IV su Audioreview di Marzo 2011 |
13/04/2011 |
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Recensione a sei mani del Platinum DAC IV di MSB su Audioreview.
Marco Benedetti, Roberto Lucchesi e Fabrizio Montanucci ci illustrano le meraviglie di questa elettronica.
"Tanto per essere chiari, è successo quello che, ahinoi, capita ben di rado (...) ovvero quelle rare volte che le misure trovano un chiaro conforto negli ascolti. Scusate se vi ho rovinato la suspense, ma francamente c'è poco da farla lunga di fronte a prestazioni del genere: dei vecchi record del nostro laboratorio, credo se ne siano salvati pochi." Marco Benedetti
"L'unità di conversione MSB presenta caratteristiche che la inseriscono direttamente tra quelle che oggi definiscono lo stato dell'arte di questa tecnologia, e sotto taluni parametri possiamo tranquillamente dire che al momento si tratta di un unicum assoluto." Fabrizio Montanucci
"Ai meno esperti in audio digitale vorrei far notare che costruire un siffatto dispositivo a componenti discreti (convertitore D/A) è qualcosa che ha dell'incredibile, in quanto occorre utilizzare delle resistenze ultra-precise che certamente non si trovano in commercio, tant'è che sono state fornite alla MSB da un'azienda di componenti che lavora per le aziende aeronautiche." Roberto Lucchesi
Intera recensione di Audioreview - Platinum DAC IV
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